sabato 24 luglio 2010

Moon Boat

Su ogni squama del cervello
si leviga il cuore.

Nessun soccorso,
solo capelli lunghi
e intrecciati alla barba diradata.

Solo urla a schiantarsi
su mura che accolgono benevole.

Dimenare il capo,
sui piedi striscianti...
annuire alla violenza del vento,
come simbiosi,
reiterando,
costruendo,
conficcando,
distruggendo.
LC

mercoledì 27 gennaio 2010

damaged Songs of A Widow

Il lento svanire
che languido intinge tinte forti...
pareti di metallo
trafitte da schegge di vetro consunte
su carta di calore umano.
Il punto...
racchiudere in spasmi
vortici di gioia
vomitare sangue dagli occhi
su sagome distinte
come a infettarle...
patirne gli aculei,
archiviare meccanicamente.
Costumi di creta
corrodersi sotto pioggia dolce d'autunno
brandelli di corpo
a formare tappeti di glorie.
Violare è
coraggio di graffiare l'anima
tatuandola di scarsa emotività...
Irrompere è
determinare il caso seguendo la regola!

LC

martedì 28 luglio 2009

Am_Puta_Zione

basse luci d'azione
su sederi poggiati a nitrire scalpitanti.
comune pretesa mortale
in salsa di note ancestrali
che nell'udire l'animo si divelte.
nel sole e nel puzzo di strade sudate
nel vetro brandito per mano
negli occhi smarriti per caso.
mattino di nero sui piedi
percorso su gocce notturne
la mano veloce sussurra
su piedi bagnati di nuovo.
le trame invertono i ruoli
i cardini incastrati in un palmo
dolce ritorno di luce.
LC

LA CHIMERA Dino Campana

Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina O Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.

László Moholy-Nagy

lunedì 6 luglio 2009

domenica 25 gennaio 2009

Ita(G)liano in forme

Tenue metallo poggiato sulle tue carni
lontano migliaia di tempi
muto ascoltarti dentro qualcosa...sulla vita!
non accade nulla
e non percepisco il seguito
pur conoscendolo da quando non esiste
non ho voglia di ritmo
se mi graffia il corpo
voglio la tua arte impressa su di me
formarmi in pezzettini
per poi disintegrarmi
aggirandoti nel museo della mia mente
aggràppati sui muri
nel quadro di ogni opera
seppur esse acerbe e ricurve
detestami e odiane ogni tratto
saprò riconoscere un visitatore da un passante
bruciando le carni
mischiandole con la terra
un sorriso maledetto a confinarci nell'immediato.
LC

Contro-culture

Troppo e troppo poco. - Oggi gli uomini vivono troppe cose e riflettono troppo poco: hanno insieme fame e colica, e perciò diventano sempre più magri, per quanto mangino. Chi oggi dice: "Non mi è mai successo niente", è uno sciocco. F.W. Nietzsche - Umano, troppo umano

"..... La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto."

Carmelo Bene