E' sangue del mio seme quello che ora decapito.
Dietro stenti colmi di ironie,
si avvolgono cumuli di robaccia e fetore.
Discernendo con breve acume,
rispolvero cadute paradossali nel vuoto,
per poi rilanciarmi e strisciando sulla Terra
dolcemente approdare, affogando, in un Oceano.
Ora senza gravità,
distinguo la massa.
Mastico aria salmastra,
e nel nutrirmi d'ossigeno
perdo di nuovo i sensi...
il corpo cala impietoso negli abissi,
la mente apre gli occhi a pelo d'acqua.
LC
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