giovedì 20 dicembre 2007

1461...

La linea del tempo ti accarezza le cosce
e come un lago ghiacciato ed eterno
tu resti,
inerte ed intatta.
Cadessi in te,
sarei convinto di salvarmi con un tuo singolo ricordo
e se così non fosse,
sarebbe comunque dolce morire.
Se mi butto negli occhi tuoi di mare
ne riemergo come una statua di sale,
che ti crolla addosso
e si scioglie ma non muore
nel divenire sapore delle tue lacrime...
PM

mercoledì 5 dicembre 2007

Di

Dominio
incensurabile di facoltà
movimenti carichi di patire muto
Demone
dalle strane virtù
odore univoco mescolato
Di
nel tuo involucro tentenno
nel tuo essere disabito
LC

giovedì 29 novembre 2007

LineaGotica

Dal fronte si assestano i colpi
strategie vocali barcollano nell'aria polverosa e
mentre la terra in rotazione dissacra sè stessa e il suo frutto osceno
la storia si tinge d'inchiostro funebre.
Un bimbo traccia i punti della sua età
la tela si colma di grafite che unge le dita.
La poesia sovviene eterna
a scardinare memorie,
l'uomo si fa scudo di se stesso
e accasciandosi sprofonda nel ricordo.
Il rancore è la virtù degli ossessi...
LC

mercoledì 28 novembre 2007

Linea

Quando ogni ipotesi finisce
ogni tesi è un ostacoloa sè.
Tutte le condizioni reali e veritiere
vanno ben aldilà del concreto valore.
PM

RainyDay

passaggi di occhi
ceralacche di rugiade
e io che ti guardo partire avvolta dal mio ventre diventato cuore.
la pancia si riempie d'aria e l'aria che respiro lama da sedare
la mente non vive più, nelle mani solo vita.vita.

MOON

giovedì 8 novembre 2007

venerdì 2 novembre 2007

Alfabeto interrotto

La gente frettolosa,
nel cammino senza meta...
odori contrastanti
testimoniano la mia presenza
seduto nel giardino
l'acqua scorre
forma (r)umore vitreo nel discendere
chino il capo
e quando la pelle si raggrinza
la mente si nutre di siero
conscia di ciò che era, può essere, sarà e ritornerà ad essere!
LC

lunedì 29 ottobre 2007

Limbo


la tua è la mia rivoluzione
e se l'incendio divampa
lo alimento di energia etilica
ma lo sorreggo anche
sudato di calore...
LC

218

La nebbia è la tua luce
dai risvolti di antrace
i topi che ballano sul ferro e i se
sono come il respiro della gente
sulle foglie vive che generano te
la bellezza vive nell'io che mente

PM

lunedì 15 ottobre 2007

MorningKoma

Corsi e ricorsi a volte rincorsi da domande e rancori,
pelli che mutano al calare del sole.
Desideri nascosti in ampolle ormai opache,
vignette ormai vuote dalle polveri colorate.
Ogni immagine è facoltà,
ogni sentore qualità.
Trascino vaghi ricordi
accovacciati e sterili nell'addome.
La luce m'inebria come gas soporifero.
LC

giovedì 4 ottobre 2007

GradoDiLibertà

penso ai pensieri e faccio fatica a stare immerso in questo corpo,
ma cozzo sempre contro l'ineluttabilità delle cose .
il vagare del pensare mi ha concesso il non consenso al tempo,
quindi non lo riconosco ma lo concettualizzo banalmente e
anche adesso che ne sono vincolato m'illumino di sapiente ignoranza...
che ogni norma si disperda nell'infinito!
faccia tanta luce per poi disperdersi...
LC

mercoledì 3 ottobre 2007

domenica 16 settembre 2007

DietroLogia

Lento il collo si torce,
il viso ricoperto di giovani capelli dapprima tentenna
poi le rughe si spianano e
la tregua sopraffà lo stupore.
Occhi camaleontici guardinghi...
i colori sbiadiscono,
l'immagine si pietrifica viva.
L'incolumità e la tristezza attendono nuove virtù...
la consapevolezza è dietrologia!
LC

giovedì 6 settembre 2007

Futuro

Nel mentre che la voce lascia presagire,
trattieni il fiato...
Passato, futuro e presente.
Nulla del più iracondo silenzio.
Ti sveglierà,tu...
oramai assopita,
fra dolci petali rossi pregni d'amore.
LC

lunedì 3 settembre 2007

Il Mare Dentro

Improvvisamente l’acqua sembra essere dentro noi.
Vivo giorni di straordinaria intensità falsamente bilanciata poi da una speculare domanda di identificazione.
Noi siamo l’uno e l’altro.
Siamo il bianco e il nero insieme, la congiunzione degli opposti.

E' il prezzo da pagare è tanto.
E stamani un piccolo velo si squarcia…
Credo che la forza stia nella capacità di mostrare le proprie insicurezze (terrene),
rendere partecipi anche gli altri della propria straordinaria intensità.

E' il prezzo da pagare è tanto.
Questo sistema diventa debolezza, insicura visione del mondo, e allora preferisco chiudermi e banalmente banalizzarmi.
Ma anche qui il prezzo da pagare è tanto.
Il muro deve essere abbattuto.
Il coraggio nasce qui.
MOON

venerdì 31 agosto 2007

RotTo

L'ombra rivela gli esseri che muovono il corpo;
non parla la bocca in presenze invadenti,
solo un tremolio di voce ad indicare l'assenza.
E mentre inglobo l'ambiente,
i pensieri scivolano via discreti...
LC

Acqua di Gioia

Avevo il sogno sulle labbra.
Nella perdita dei sensi rinasce in me quel rigoglio di vita che sembra straripare.
Troppo.
Troppa acqua nella latta.
Il verde stagnante della putrefazione, diventa il mio orologio, e le ore incessanti scandiscono le mie aperture.
Non una parola, tutto chiuso in quella latta.
Piedi nudi e musi lunghi, pance gonfie, mani rinsecchite dal freddo, ma non una parola.
Era il regno del silenzio.

Una mano tesa attraverso il foro delle persiane.
È tardi. Leggo e lo aspetto.
Stasera lo aspetto.

MOON

mercoledì 1 agosto 2007

Sciolta

Mi chiedevo cosa volesse dire sciogliere.
Sciogliere quelle briglie unte di dolore e di ritrosia
Stavo attonita al pensiero di poter fermare l’attimo e finalmente diventare liquida.
Ma ero roccia pietra magma di donna che scava nelle ossa e si butta in pasto.
Schiva di baci e carezze alla ricerca di quello spazio per poter intravedere l’errore.
Solo occhi.
Vestita di un‘incredibile ironia scendevo le scale di lacca.
Lui era li ad aspettare e io andavo via di spalle per continuare ad assecondare la maledizione di donna di umidi pensieri e solo stomaco.
Sciolta.

MOON

giovedì 26 luglio 2007

CoEvo


E' la carenza a renderci pieni di noi.
Adorandoti all'infinito disveli il tuo marciume e
sorridi soddisfatto alla gente.
Gli occhi, se fissi, lacerano le carni e
scavando percuotono il corpo
che si spoglia per farsi vivo, pulsante!
I miei occhi sono usurati,
la loro sensibilità è andata a puttane e
nonostante tutto in mezzo alla gente,
in questo tempo, ogni sorriso abortisce sul nascere!

LC

lunedì 16 luglio 2007

SeMeStre

L'immobilismo libera l'utile all'inutile e
ne sfigura la volontà di forza.
La sofferenza si trascina nell'essere se è vera,
la verità che esiste è nel dolore
ed è questo che la potenza rinnega.
PM

mercoledì 4 luglio 2007

MonoTono

E' come percorrere sentieri innevati...
ogni tuo movimento lascia l'orma
mentre l'intensità cerca il profondo.
Accantonare il desiderio è perfettamente vivere,
come gioire.
E mentre il sole lascia penetrare i suoi aculei nel cielo...
i tuoi occhi osservano i miei infilzarsi tentennanti.
Libero la mia luce avvolgendoti e
il tremore è solo ragione.
Oltrepasso il confine del non-detto per vederti spogliata
e descrivo il tuo odore scandendo le note con un fischiettìo monotono!
LC

domenica 1 luglio 2007

Il Sommo Sonno

quando si svuota di alibi,
la mente galoppa veloce verso nuove coste e
se inciampa nel cammino,
sono bagliori di luce a rallentarla.
Qui, fermo ad attendere l'eterno,
perdo il contatto.
Ridestandomi fatico a riconoscere
e rifiatando ricopro di tinte la mia recita.
LC

mercoledì 20 giugno 2007

Diffrazione

arcobaleni incrociandosi formano montagne di luce, tra le cui vallate,
la mia mente si nutre,
pioggie e tempeste dissetano la mia anima.
PM

Cadente

a ritroso, cadendo accenno ad avvinghiare il corpo torto.
L'animosità ricalca idee permeate che grevi colloquiano con l'implausibile.
I suoni sembrano provenire deformi nell'estasi.
in questa fragile eccitazione il niente non è tiranno spocchioso,
ma converge.
I canoni tarpano le ali:
Se non fosse passione patente,
come Icaro,
dal sole vivo,
sprofonderei negli abissi.
LC

giovedì 14 giugno 2007

Soste

Il sole alto, mezzogiorno, la strada svuotata dal calore che fuoriesce a nuvole dall'asfalto;
sul marciapiede solo un rumore di sandali usurati procede faticoso
e i piedi scivolano sulla suola intinta di sudore.
Qualche brezza fresca in prossimità del fiume fissa i sudori sul volto corrugato,
mentre il tragitto prosegue.
Tomas lascia che i suoi occhi interroghino le creature attorno e,
incurante sorride dopo essersene lasciato una alle spalle.
Prima sosta, il caffè di rito e intanto la gente emerge dal sottosuolo!
Col sapore di tabacco la bocca lascia sibilare qualche saluto a stento, la folla cresce ma...
il cammino prosegue.
Ulteriore sosta, il giornalaio. Qui la voce comincia ad esser meno tenue e tende a normalizzarsi nei discorsi che diventano semanticamente più complessi.
Sfogliando le pagine, comodo su di una panchina all'ombra, il tempo, le voci, le teste vanno e vengono e...
a giornale finito, Tomas si ritrova isolato.
E' tardi, di nuovo la gente è andata a nascondersi nei suoi ritmi regolari...
ora un cumulo di domande lo assale,
ma non riesce a capire perchè un giorno non gli basti mai,
se non per un caffè e per un giornale!
LC

martedì 12 giugno 2007

Sto arrivando a prenderti

Riparto da qui. inizio della mia fine. Verderame di un cancello.
Palermo e il suo genio.


come sono arrivata fin qui?
da quanto tempo?

dove sei?
sto arrivando a prenderti.

dopo tanto vagare mi fermo.
i viali alberati e l’architettura squadrata di quegli angoli creano un imbarazzo puerile.
-come sono arrivata fin qui?- da quanto tempo?
dove sei?
sto arrivando a prenderti.

il pudore della natura rende i pensieri umidi al tatto. riemergo da un sogno che si scioglie in un abbraccio fatto di desiderio.

lo vedo per la prima volta.
è la prima volta che sono qui.
Vasi dilatati sulla fronte, vene bluastre sui miei polsi.

Abbasso lo sguardo alla ricerca di un sentiero. Ascolto la sua voce, mi parla del genio e della storia di quel popolo e di quella terra, amara madre.

Il sentiero sembra chiaro adesso.

E il cerchio di statue che sta attorno al divino Saturno sembra unirsi sempre più vicino.

Anche tu stai per testimoniare. Mi pare che aleggi. I miei occhi tracciano traiettorie invisibili. E ancora il pudore di fronte alla natura.

Una voce da destra ci dice : Si chiudeee.

Come sono arrivata fin qui? Mi chiedo

dove sei?
sto arrivando a prenderti.

…….e il teatro??

Non dovevamo andare a teatro?

Volto le spalle e andiamo via.

La sigaretta segna il mio respiro. Occhi bassi ancora. Il cielo è oltre il muro di foglie e di rami che gli atavici alberi hanno tessuto. La cerimonia del quotidiano si rievoca.

Le radici ai miei piedi si intrecciano. È il tutto un tessuto, anche questo cuore che oggi ha una smagliatura. Trasuda umori e mani. La prospettiva si inverte. I sensi si mescolano.

Come sono arrivata fin qui?

Ancora mi chiedo. Ma non ha senso. Abbandono alle mie spalle il viale, il rumore del cancello riecheggia e l’odore del traffico già invade.

Ancora la voce ricorda il testimonio.

Non un monito, ma solo movimento: essere superstite vuol dire andare.

Andare via e abbandonare la distanza del tempo e dello spazio.

Il mare accoglie il mio sguardo, stropiccio gli occhi e ricade l’infanzia .

Sciolgo i miei capelli e ricade la mia testa come quella di Medusa stanca al calar del sole.

Ultimi passi prima di arrivare davanti al teatro.

Siamo in ritardo. Lo spettacolo è finito da un pezzo, di tempo.


come sono arrivata fin qui?
da quanto tempo?

dove sei?
sto arrivando a prenderti.


davanti ad uno specchio bianco il mio automatismo impazzisce.

Non so più a cosa servono le mani, le forchette e il coltello e questo cerchio di carne rossa davanti a me.

Li guardo insieme e li toccherei con le mani, ma non saprei da dove partire. Bianco o rosso?

Sono immobile e sto provando l’esperienza del vuoto. Assenza di pieno. Pieno di assenza.

E l’assoluto vuoto. Non sono niente.

Potrei leggerli come un libro, decifrarle come le parole, vederli come colori, mangiarli, odorarli, parto da qui e non sono niente.

L’occhio della bocca si apre lentamente mentre gli occhi degli occhi mangiano.

L’occhio del naso assale, invade.

Sono caduta ancora.

come sono arrivata fin qui?
da quanto tempo?

dove sei?
sto arrivando a prenderti.

no non passare, ho paura. Temo la tua pelle.

E quel modo cosi ingarbugliato di vivere.

Grovigli di paure. Dovrei nutrirmi di cibo, invece sono monotona e mangio solo quando sento che non lo sto facendo.

Vivo di modica e parsimoniosa quantità ed eviscero pietre di parole. Ho messo una mano nel mio stomaco e l’ho tirato fino alla mia gola. Il fiato si è ridotto, faccio respiri più corti più brevi. Sempre in virtù della quantità. Evito dunque di perdermi nella lunghezza e mi aggroviglio nell’intensità.

Umor nero e denso mi accoglie quando apro la porta, una bimba si avvicina a me…

Sente forse l’odore del cane che poc’anzi mi è saltato addosso ignaro di me spaventato di fronte a quella maschera da gorgone che lui aveva indossato nella sua musica rebetica.

Potrei darle un morso sul collo e sentire il caldo calore dell’innocenza. anche solo per dirle, ecco a te il regno volubile e voluttuoso dei vampiri.

E quasi quasi mi compiaccio di me.

E la testa continua a cadere nel piatto. Motore di ricerca.

Pietra diventa ogni cosa. Dalla violenza del gesto. E Medusa continua a render pietra nonostante la morte. Di scudo e di difesa. E’ dolce se lentamente accetti il fluire. E se lentamente accetti che lo sguardo può ingabbiare e insediarsi.

La ragazza dei giacinti. Ancora memoria. E i miei piedi stanchi e sporchi nei vasi.

So di quella terra nera che si insinua tra le unghie e le rende sporche e opache. Difficile da lindare quelle tracce rimangono. E quei solchi. Della non parola, ma sempre pietra.

Mio zio parla alle vacche con frasi che sembrano cantilene, le sue mani sembrano rami e lui è ingiallito col tempo. Adesso parla poco e non sente. Ma riconosce le stagioni, non teme il freddo, porta scarpe grosse e barba incolta.

Quando viene a trovarmi vuole solo una tazzina di caffè, rigorosamente freddo, perché al caldo non sembra essere più abituato. Mi dice che non serve neanche il piattino, solo un po’ di zucchero ma è difficile che il freddo sciolga il cristallo zuccherino. Gli sorrido e lui mi dice di sé. Lamenta nelle sue poche parole. Lo capisco solo quando alza il tono e alla fine sono costretta a fare segno con la mia mano di abbassare…. Nella casa risuona ancora la eco. Lo ascolto volentieri però. E mi chiede perché sono sola. Sorrido. Mi sento straniera. E in fuga. Lui lo sa.

come sono arrivata fin qui?
da quanto tempo?

dove sei?
sto arrivando a prenderti.



era questo che aspettavo. Ancora.

MOON

Sofia

ho lasciato che la brezza scendesse calma su di me...
ora che i sensi si placano,
risiedo in quel mio luogo recondito.
Al calar della notte forze celesti dipinsero su di me aloni di intensità,
disarmato stetti,
cercando invano di placare intimi grigiori.
Un fotogramma chiarifica la tua appartenenza,
ridesta sfumature sbiadite
e ti percuote veemente.
Tastando il ventre ti appartengo, Sofia!
Ma la tua leggerezza mi abbaglia e
in lontananza non ti scorgo più.
Non quantifico ma importo,
non sorrido ma gioisco.
Lì dove luce e oscurità si toccano ti ebbi,
qui dove non v'è alternativa ti avrò.
Oramai, nell'agire nidifica il corrotto.
LC

lunedì 11 giugno 2007

al di là del molo

mangiavo oceani per miscelare antidoti
quando mi persi in un tuo bacio.
Travolto da flussi e vertigini
mi risvegliai,
centro della tua calma estiva,
sfumature diffuse lasciavano al rosso l' assalto all' eterno
ed infiniti specchi difformi riflettevano intatto
il senso del nulla.
Nell' ultimo bagno al di là del molo
t'eclissi venere nel tuo nascere.
Avessi un senso te lo regalerei
rinchiuso in una frase di vetro.
PM

venerdì 8 giugno 2007

Noia

ancora perdutamente girovago,
lo spirito cerca di insinuarsi in angusti sentieri.
La quiete è slancio senza resa
e la tenebra, armonia cromatica.
Fra queste mummie l'obbligo è non svelarsi,
fra queste mura l'imperativo è abbattere...
da questo sguardo
tutto attorno è
Rinascimento!
LC

giovedì 7 giugno 2007

Il Resto

Come se terra fosse terra,
noi viviamo in coda ai nostri tempi di similitudini svagate,
simili in nulla sembriamo uguali.
Non seguirmi!!
Non ho lungo respiro.
PM

sabato 2 giugno 2007

lunedì 28 maggio 2007

SulVaso


"il tentar si stoglie nel tracciar le voglie,
il mal che coglie stilla in scaglie;
perder l'anima è attirar l abisso,
il pensiero vive nell' esser scisso.
Tra viltà e virtù nell' attenzion di moglie
il mutar si scioglie in antiche maglie,
s'empisse perirebbe o tornerebbe uguale?
la verità traccia le strade che percorre il male."
PM

venerdì 25 maggio 2007

Grave

"l'acqua trascina il corpo dilaniato,
nessun senso distrae,
il mondo si vivifica nella sua invisibilità.
La carcassa giace al giogo delle onde,
in balia della luna,
ora sommersa ora a galla...
l'anima si allontana stentando,
la gravità si fa leggerezza...
nel mezzo scene virtuose accompagnano suoni orgiastici,
il clamore diventa tenebroso silenzio,
le urla assordanti una piacevole melodia...
il tepore soffia soave sulla terra...
il caos giova ai corpi freddi."
LC

lunedì 21 maggio 2007

Passato-Prossimo

"il vento e la forza bruta trasformano l'apatia della storia,
la distanza diventa susseguirsi d'immagini apofantiche...
il caso si erge ad arbitro.
la palude s' illumina di concetti laboriosi,
mentre inni pagani riecheggiano dalle profondità.
Immergersi in così tanta vacuità è terrore e piacere,
il tempo ritorna, nelle menti che lo accolgono."
LC

martedì 15 maggio 2007

con-senso

"le dita,
delineando trame intense di pensieri,
solcano rughe di sorrisi trascorsi...
attraverso una lente il mondo si quantifica,
dandosi dimensione convenzionata;
la quiete è risveglio d'impeti e paure,
il sonno anestetico di morte.
Assaporare la vita è inutile...
è l'intelletto che ti parla!"
LC

venerdì 11 maggio 2007

dove

"sentirsi senza regole
è necessitar di loro.
Ora, senza tempo,
le tue regole non esistono,

la via dell' autocoscienza sta nel quartiere più basso,
dove i lumi sono la propria oscurità
dove ciò che è
non giace per i tuoi perduti sensi,

qui dove tutto è niente, il niente torna
tra il tuo perderti nuovamente...
qui dove ti smarrisci"
LC e PM

giovedì 10 maggio 2007

ante-post

..."il cardine si spezza...
se l'abitudine è consuetudine
allora non sto vivendo...
o almeno tento di non farlo!
percorro a ritroso il fiume,
lascio il mare...
trovo cime aguzze innanzi ai miei occhi...
ad ogni rapida la mia vivacità, il mio slancio
si svigorisce;
mentre imbocco un canale pallido, dritto , lucente.
la mano diventa mezzo di non-vita...
limito i movimenti e soprattutto...
non godo del silenzio attorno.
Proprio qui...
dove non c'è dilemma nè tranquillità,
ardore o disinteresse!
se sono ciò che sto dando...
quasi non avverto la mia esistenza."
LC

mercoledì 9 maggio 2007

Oracolo

".....La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto."
Carmelo Bene
Prove di lancio!!!

Contro-culture

Troppo e troppo poco. - Oggi gli uomini vivono troppe cose e riflettono troppo poco: hanno insieme fame e colica, e perciò diventano sempre più magri, per quanto mangino. Chi oggi dice: "Non mi è mai successo niente", è uno sciocco. F.W. Nietzsche - Umano, troppo umano

"..... La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto."

Carmelo Bene