LA CHIMERA Dino Campana
Non so se tra rocce il tuo pallidoViso m'apparve, o sorrisoDi lontananze ignoteFosti, la china eburneaFronte fulgente o giovineSuora de la Gioconda:O delle primavereSpente, per i tuoi mitici palloriO Regina O Regina adolescente:Ma per il tuo ignoto poemaDi voluttà e di doloreMusica fanciulla esangue,Segnato di linea di sangueNel cerchio delle labbra sinuoseRegina de la melodia:Ma per il vergine capoReclino, io poeta notturnoVegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,Io per il tuo dolce misteroIo per il tuo divenir taciturno.Non so se la fiamma pallidaFu dei capelli il viventeSegno del suo pallore,Non so se fu un dolce vapore,Dolce sul mio dolore,Sorriso di un volto notturno:Guardo le bianche rocce le mute fonti dei ventiE l'immobilità dei firmamentiE i gonfii rivi che vanno piangentiE l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algentiE ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correntiE ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Contro-culture
Troppo e troppo poco. - Oggi gli uomini vivono troppe cose e riflettono troppo poco: hanno insieme fame e colica, e perciò diventano sempre più magri, per quanto mangino. Chi oggi dice: "Non mi è mai successo niente", è uno sciocco.
F.W. Nietzsche - Umano, troppo umano
"..... La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto."
Carmelo Bene
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